I ministeri istituiti: un pane buono per tutti

La Chiesa, su invito di papa Francesco, in questi ultimi tempi sta riflettendo sull’importanza dei ministeri laicali, in particolare sul ministero del lettore, dell’accolito e del catechista. Anche la nostra diocesi si è messa in cammino e sta compiendo alcuni passi per la riscoperta di questi importanti servizi nella vita della comunità cristiana.

Ci sono sostanzialmente due modalità, due sguardi per valutare tutto ciò, ossia con diffidenza o con stupore. Nel primo caso prevarranno le mille obiezioni, spesso riassumibili nel leitmotiv “ma ce n’era davvero bisogno?”

Nell’altro caso, invece, si potranno aprire percorsi promettenti e fecondi, nuovi. Come discepoli del Risorto non possiamo lasciarci intrappolare dalla paura dell’inedito ma, al contrario, abbiamo la vocazione di alimentare la speranza, aprendoci al mondo mediante la forza trasformante del Vangelo.

Potremmo descrivere la ministerialità attraverso un’immagine quotidiana, ossia quella del pane. Icona universale di condivisione e comunione, è reso dal Signore segno reale della sua presenza e profezia della Chiesa, chiamata ad essere nutrimento per tutti.

Il pane è un alimento semplice e, proprio per questo, diffuso. È impastato utilizzando tre elementi essenziali, cioè acqua, farina e lievito. È fatto per essere spezzato, con-diviso, per divenire eucaristia.

L’acqua richiama per ogni credente l’origine battesimale: siamo infatti rinati, come da un grembo, nell’acqua e nello Spirito. Da lì è scaturita la vita nuova, conforme a Cristo, Servo dell’umanità.

Il battesimo, pertanto, non può ridursi ad essere l’inizio della vita cristiana, una sorta di “atto ufficiale” lontano nel tempo che non ha più alcuna ricaduta nell’oggi. È invece fondamentale chiedersi: come sprigionare oggi la forza inesauribile del battesimo?

I ministeri istituiti – sottolineano con forza il papa e i vescovi – hanno il loro fondamento nella vocazione battesimale. La valorizzazione dei ministeri, quindi, può divenire opportunità per una riscoperta gioiosa del battesimo. Non si tratta, come spesso si pensa, di supplire alla carenza del clero ma di promuovere l’originalità di ogni battezzato, di valorizzare i carismi che lo Spirito non smette mai di suscitare nella Chiesa.

La farina è l’ingrediente forse più “evidente” nella preparazione del pane. Richiama la concretezza della terra e del lavoro umano, allude alla fatica e insieme alla riconoscenza per il raccolto.

Il ministero ecclesiale richiede la disponibilità a spendersi, a donarsi. Certamente esige preparazione, una certa competenza e soprattutto la consapevolezza che si tratta di un servizio. La diocesi, proprio in virtù di questo, propone per i “candidati” al ministero di lettore, accolito e catechista, un itinerario formativo adeguato valorizzando lo studio e l’esperienza pastorale. Si tratta di un percorso della durata di due anni che intende accompagnare i passi di coloro che intraprenderanno questa esperienza.

Infine, il lievito. Sono celebri le parabole di Gesù che paragonano il regno di Dio proprio ad esso. È un elemento che richiama, tra le altre cose, lo “stile” del credente nella Chiesa e nell’umanità. Essere lievito comporta almeno due caratteristiche, entrambe essenziali per ogni ministro: immergersi nella realtà ed essere disposti a scomparire. Essere lievito significa non rinunciare a “mettersi in gioco” fino in fondo senza però cadere nel protagonismo che mina alle basi la comunione ecclesiale. Il ministero istituito non è quindi una “medaglia al valore” ma appunto lievito nella pasta, servizio capace di coniugare umiltà e disponibilità.

Rimanendo all’interno di quest’immagine, ci domandiamo: come lettori, accoliti e catechisti potranno divenire pane buono per tutti? Lo immaginiamo in modo molto semplice e concreto: essere per la comunità cristiana un segno per tutti dell’importanza della Parola di Dio, dell’Eucaristia e dell’Annuncio. Nel tempo si andranno delineando meglio i compiti più specifici, gli ambiti del ministero, il territorio entro cui svolgere il proprio servizio. Ora è importante partire, lasciandoci interpellare dallo Spirito ed entrare in un percorso nuovo e promettente. Coloro che – sacerdoti e laici – desiderassero approfondire ulteriormente troveranno sul sito della diocesi tutte le informazioni necessarie e dettagliate. L’augurio è che la gioia del Vangelo continui a raggiungere il cuore di tutti, anche attraverso il pane buono della ministerialità. Crediamo che non sia un’utopia ma un dono della grazia, un segno dell’azione dello Spirito.