Passeggiate letterarie sui Colli Euganei alla scoperta di Tommaseo

Un particolare della copertina del libro di don Giulio Osto

Lo sguardo di Niccolò Tommaseo guida gli occhi del lettore e i passi del viandante in affascinanti passeggiate, a Torreglia e Arquà Petrarca, nel Parco Letterario® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei nel testo “Tommaseo sui Colli Euganei. Passeggiate letterarie a Torreglia e ad Arquà Petrarca” (Proget Edizioni 2024, Prefazione di Pietro Luxardo, 158 pagine a colori | 60 immagini, 22,00 euro) di Giulio Osto, Patrizia Paradisi e Claudia Baldin.

Tra prosa, poesia e arti visive in una felice unione con passeggiate e paesaggi, si celebrano sia i 150 anni dalla morte del poeta, detto anche Nicolò, (Sebenico, 9 ottobre 1802 – Firenze, 1º maggio 1874), linguista, scrittore e patriota, sia i 650 anni dalla morte di Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 – Arquà, 19 luglio 1374) scrittore, poeta, filosofo e filologo.

Abbiamo intervistato don Giulio Osto, presbitero della diocesi di Padova, docente di Teologia del Triveneto e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova.

  • In quale occasione Tommaseo si recò a Torreglia sui Colli Euganei? 

«Il giovane Niccolò si recò spesso sui Colli durante gli anni in cui era studente a Padova (1818-1822). Nel 1819 dietro invito dell’abate Giuseppe Barbieri, suo professore, che possedeva una villa a Torreglia ed è sepolto nella Chiesa di San Sabino, sul Colle della Mira». 

  • Dopo l’incontro con il suo professore sugli Euganei il giovane Tommaseo compose due poemetti dedicati a Torreglia, un carme rimasto incompleto viene pubblicato inedito nel presente libro. Come si chiama? 

«Non ha un titolo, la prima riga è“Dulcia fert animus” (1819), ritrovato dalla Professoressa Patrizia Paradisi, studiosa di Tommaseo, tra la corrispondenza di Antonio Rosmini nei documenti dell’archivio di Stresa. Tommaseo e Rosmini erano compagni di studi a Padova, abitavano nella stessa casa. Tommaseo era solito inviare ai suoi amici i suoi componimenti,“Dulcia fert animus” fu inviata da Tommaseo a Rosmini in gioventù. Il manoscritto ritrovato presso l’archivio di Stresa è stato poi trascritto dallo stesso Rosmini per conservarlo, evidentemente. La seconda poesia, era stata pubblicata da Barbieri nel 1821, ma fino al 2017 non era stata studiata in modo approfondito». 

  • Vent’anni dopo, nel 1845, Tommaseo ritorna sui Colli Euganei ad Arquà dedicando la sua attenzione a Francesco Petrarca. Ce ne vuole parlare? 

«Nel 1845 Tommaseo scrive una prosa: “Arquà”. Era appena nata una rivista dedicata ai Colli Euganei e qui viene pubblicata “Arquà”, che descrive il borgo e si sofferma sulla casa e sulla tomba di Petrarca». 

  • Ci descrive una passeggiata letteraria a Torreglia? 

«L’idea nasce dal collegare la letteratura e i luoghi per valorizzarli. Protagonista è il Parco Letterario® Francesco Petrarca e dei Colli Euganei. Passeggiare per Torreglia accompagnati dalle parole delle poesie di Tommaseo. Partendo dal testo della poesia di Tommaseo, quella del 1821, che descrive Torreglia, abbiamo costruito 6 passeggiate (itinerari), che accompagnano nei luoghi descritti dal testo stesso. Il Colle della Mira, la villa di Barbieri, una villa prepalladiana, la zona antica del borgo, e molti altri siti. Per ogni itinerario un acquerello». 

  • L’Enciclopedia Treccani definisce Tommaseo come “Figura tra le più significative e controverse dell’intellettualità cattolica italiana dell’Ottocento”. Concorda? 

«Sì, perché Tommaseo era una persona poliedrica. Non aveva un carattere semplice. Aveva una penna molto pungente. Tommaseo mette insieme l’anima cattolica, liberale, romantica, antiaustriaca. È una figura un po’ dimenticata, ma è amato dai linguisti per  il “Nuovo dizionario de’ sinonimi della lingua italiana” e per il “Dizionario della lingua italiana”».