Cambia volto il Consiglio pastorale diocesano: un nuovo modo di essere Chiesa

Nelle prossime settimane la nostra Chiesa diocesana è chiamata a vivere il rinnovo di alcuni organismi di partecipazione e corresponsabilità̀ tra i quali il Consiglio Pastorale Diocesano.

Un CONSIGLIO, con la finalità quindi di consigliare il Vescovo nell’assumere decisioni; è PASTORALE, cioè il consigliare riguarda tutto ciò che è finalizzato all’annuncio del Vangelo nell’oggi; è DIOCESANO, comprende quindi le diverse realtà ecclesiali della Chiesa che è in Bergamo. 

Il Consiglio Pastorale Diocesano esprime il desiderio di essere una comunità di credenti che cammina insieme e viene costituito dal Vescovo affinché possa “studiare, valutare e proporre conclusioni operative su quanto riguarda le attività pastorali della Diocesi” (canone 511 del Codice di Diritto Canonico).

A partire dal cammino di revisione della riforma territoriale che la Diocesi sta vivendo, dalla verifica attuata insieme ai consiglieri uscenti nella sessione del 9 maggio u.s. rispetto al quinquennio che si va concludendo, nonché dal processo sinodale in atto, il futuro Consiglio Pastorale si rinnova nei prossimi mesi attraverso una composizione che vorrebbe essere corrispondente alla strutturazione territoriale, ad un equilibrio tra membri ordinati e non, ad uno stile che dica un reale ed esemplare processo partecipativo.  

Il prossimo Consiglio sarà quindi così composto: due laici eletti da ognuno dei tredici Consigli Pastorali Territoriali tra i membri delle Terre Esistenziali; tre laici eletti dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali; tre religiose; due religiosi; un membro di istituto secolare o altre forme di vita consacrata; un diacono permanente; venti sacerdoti in forza del loro ufficio (i tredici Vicari Territoriali, il Cancelliere, il Vicario Generale e i quattro Vicari Episcopali, il Rettore del Seminario); sette persone scelte liberamente dal Vescovo. Vi parteciperanno anche i 5 Delegati Vescovili appartenenti al Vicariato per i laici e per la Pastorale (cioè i quattro Delegati Vescovili delle Terre Esistenziali e il Delegato Vescovile per il Cammino Sinodale).

A questo corrisponde anche un rinnovo dello Statuto e del Regolamento del Consiglio Pastorale Diocesano.  

Al cuore di tutto si vorrebbe vivere all’interno del Consiglio l’autenticità del processo partecipativo che porta ad una decisione finale che resta in capo al Vescovo, pastore della Chiesa, dopo essere stato consigliato dai membri della realtà che è chiamato a guidare, condividendo tutti la comune dignità Battesimale. 

Il metodo di lavoro quindi è esso stesso contenuto, attingendo a quanto il cammino sinodale in atto ci sta aiutando ad apprendere, perché ciascuno possa ascoltare attivamente e con attenzione, si possa esprimere ed essere ascoltato senza giudizio portando la propria competenza a partire dalla fede vissuta e condivisa con la vita di tutti per arrivare ad individuare quelle condizioni di base e quei passi possibili per tradurre un ‘sogno di Chiesa’ sempre più fraterna, ospitale e prossima.

No, una prospettiva verso cui camminare, nella consapevolezza che un cammino comporta anche delle fatiche, così come la capacità di fare verifica ‘in itinere’ per poter ripartire meglio attrezzati e ridicendosi la meta. 

Tutto ciò sarà possibile se tutti insieme ci si lascerà guidare dallo Spirito Santo a discernere i processi da attivare e le vie da percorrere verso una comunione più profonda, una partecipazione più piena e una maggiore apertura a compiere la missione di annunciare e vivere la buona vita secondo il Vangelo.
Laura Teli