“Migliori di così” a Nembro. Civati: “La comunicazione dei politici infonde sfiducia”

La rassegna Migliori di Così di Nembro, in essere ormai per la sua quinta stagione estiva – a cui va aggiunta una versione “autunnale” del 2021 – ha aperto le danze. Nella serata di mercoledì 12 giugno, Giuseppe Civati – politico ed editore – è stato intervistato da Sara Piccinini, peraltro parte dello staff del festival a tutti gli effetti, e Francesco Gunelli, giovani ragazzi interessati ad approfondire il connubio intercorrente tra politica e linguaggi.

Proprio questi ultimi, infatti, sono il filo conduttore che va a regolare l’edizione 2024, che consterà di ben sette serate, sempre divise tra Piazza della Libertà e l’attiguo Modernissimo, auditorium con circa 300 posti a sedere che ospita spesso eventi culturali, spettacoli e conferenze.

Dopo una breve introduzione, che ha visto anche l’intervento del sindaco del paese Gianfranco Ravasio, si è entrati nel vivo delle questioni relative al tema di serata. Il gancio iniziale, come era quasi ovvio fosse, era relativo all’alto astensionismo registrato nelle elezioni europee di qualche giorno prima. Le prime domande hanno, quindi, cercato un “link” immediato tra l’inadeguatezza di alcuni messaggi e la possibile disaffezione al voto.

Civati ha sottolineato, nei fatti, come e perchè il modus operandi comunicativo della politica porti spesso ad infondere sfiducia nella collettività. Stuzzicare sempre l’avversario come mantra, pensando più agli errori altrui che al fatto di proporre nuovi contenuti, di certo non è operazione denotante analisi e, soprattutto, credibilità, a lungo andare. Una pratica, piaccia o no, sempre più diffusa.

Se in passato gli esponenti politici cercavano di essere “migliori” del pubblico meno moderato, ora sembrano quasi voler confortare gli elettori anche nei suoi peggiori istinti, con un linguaggio spesso da bar sport. A questo proposito, nel corso della serata, Civati ha raccontato di una vicenda che lo vide protagonista, ormai 10 anni fa. Un esponente dei 5 Stelle, Alessandro Di Battista, gli diede, senza mezzi termini, del “mafioso” solo per via del fatto di aver trovato un compromesso con il suo partito, dal quale voleva andarsene.

Eppure, tanto per citare un esempio, i buoni risultati del PD alle europee stesse possono insegnare come anche evitare messaggi sopra le righe possa risultare strategia lungimirante.

Un punto di sobrietà e di serietà politica, probabilmente relativa al fatto di dimostrare di poter offrire, anche nel frammentato panorama di oggi, serietà. Se tutti abbassiamo il livello, cittadini compresi, il sistema non finisce certo per migliorare. In tutto ciò, diventa sempre più difficile capire e circostanziare determinate situazioni per chi vuole informarsi.

Lo sottolinea Civati, con annessa precisa specifica relativa all’importanza di complessità ed approfondimento comunicativo: “Nelle nelle trasmissioni politiche ormai ci sono tantissime persone, con gli avversari che ti «saltano addosso».

Sarebbe bello avere più tempo a disposizione per esporre i propri concetti, ma ormai gli studi televisivi hanno addirittura dei ricambi di ospiti tra una pausa pubblicitaria. Lo stesso vale per il tema giornalistico: in moltissimi non c’è ricapitolazione dei fatti avvenuti nei tempi precedenti.

Sentiamo, anche negli stessi talk o sui giornali che si discute e si parla ma senza sapere con dovizia di particolari cosa sia successo la settimana prima in merito. Fatti che poi, per l’appunto, trainano l’intera discussione. È individuare lo scheletro argomentativo, anche magari in modo ridondante, come fanno alcuni quotidiani all’estero e molto meno in Italia».

Nella parte finale della discussione, durata circa un’ora e mezza, si sono toccati altri temi molto interessanti. Tra questi il fatto, ad esempio, che molti leader oggi ambiscono ad avere quasi un rapporto diretto e disintermediato con i propri elettori (“Vota Giorgia”), ma anche un bilancio del movimento da lui fondato nel 2015, Possibile, che recentemente si è tolto la soddisfazione di vedere una giovane consigliera regionale eletta in Piemonte.

Molto bella, poi, la chiosa, dedicata ai giovani interessati a mettersi in gioco per la cosa pubblica. “Non è mai stato così facile fare carriera politica per i giovani. È un deserto lo scenario di oggi, ovviamente non se siete trainati da volontà di potere ma da questioni importanti legate soprattutto al welfare, al clima e alla sanità. Bisogna agire solo per una grande causa…”. Chissà che qualcuno dei presenti in auditorium – la pioggia aveva reso inutilizzabile la piazza adiacente – non abbia appuntato con attenzione queste parole…
Filippo Maggi