Padre Luigi Carrara è beato. Bergamo e Uvira unite in una speranza di pace

Il bergamasco padre Luigi Carrara, missionario saveriano, morto da martire nel 1964, è stato ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa beato. Si è svolta domenica 18 agosto a Uvira, nella Repubblica democratica del Congo, la celebrazione di proclamazione della beatitudine di quattro martiri: insieme a padre Carrara, i vicentini Giovanni Didonè e Vittorio Faccin (anch’essi missionari saveriani) e l’abbè Albert Joubert, prete diocesano franco-congolese.

Originario di Cornale, frazione di Pradalunga, dove è nato nel 1933, padre Luigi Carrara ha operato come missionario in Congo in un’epoca difficile, segnata dalle guerre civili nella fase di uscita dal colonialismo. Nonostante i pericoli, ha scelto di rimanere fino alla fine al fianco della popolazione locale ed è morto da martire insieme al confratello Vittorio Faccin.

Accorso a pregare sul corpo di quest’ultimo, freddato da uno dei capi dei ribelli entrato nella missione, padre Carrara è stato lui stesso ucciso.

Il grande affetto della popolazione congolese verso i quattro martiri si è percepito nella celebrazione di domenica, nel centro pastorale adiacente alla cattedrale di Uvira, alla quale hanno partecipato migliaia di persone. Presente anche una delegazione bergamasca, con il vescovo saveriano mons. Natale Paganelli, il parroco di Pradalunga e Cornale don Angelo Cortinovis, il sindaco di Pradalunga Natalina Valoti e Diego Colombo, del Centro missionario diocesano.

Anche il Vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi ha voluto partecipare alla gioia per la beatificazione, scrivendo alla delegazione bergamasca come quelle di padre Carrara e degli altri martiri “Sono testimonianze luminose di fedeltà al Vangelo, di fedeltà al popolo di Dio, di fedeltà alla fraternità sacerdotale. Unito nella preghiera a tutti voi e al popolo congolese, sarò lieto di celebrare la santità di padre Luigi a Bergamo nei prossimi mesi”.

La cerimonia di domenica 18 agosto ha avuto inizio intorno alle 9. Insieme all’arcivescovo di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, hanno concelebrato la Messa circa duecento sacerdoti. 

Molto animata la celebrazione, con balli e canti (compreso l’inno scritto appositamente per i quattro beati, eseguito alla fine della Messa), che hanno coinvolto spesso i bambini.

In apertura, dopo l’atto penitenziale, è stata letta la lettera apostolica di proclamazione dei quattro beati. Nel corso della celebrazione sono state poi scoperte le loro icone, realizzate dai monaci di Sant’Anselmo a Roma.

Il saveriano padre Faustino Turco, postulatore della causa, molto emozionato ieri, ha ripercorso le biografie dei quattro, ricordando anche il contributo dato dal bergamasco padre Guglielmo Camera, che ha seguito tutta la prima parte della causa raccogliendo documenti e testimonianze, sino alla sua morte, nel 2020, per Covid.

Nella sua omelia il cardinal Besungu ha espresso l’auspicio che i martiri creino speranza di pace in una terra martoriata: ha enfatizzato il fatto che siano morti in giovane età e perciò offrono una testimonianza di come dedicare la vita a un ideale. Ancora, ha sottolineato la loro scelta consapevole di rimanere vicini al popolo a proprio rischio, rifiutandosi di abbandonare la missione, come altri invece avevano fatto.

Al termine della Messa i bergamaschi hanno seguito la traslazione del reliquiario contenente una reliquia per ciascuno dei quattro santi – che anche in questo continuano a seguire un cammino comune – in un santuario costruito dai saveriani nella periferia di Uvira, nella parrocchia di Kavimvira, lo stesso in cui è sepolto mons. Danilo Catarzi, primo Vescovo di Uvira.

Anche Papa Francesco ieri ha ricordato i quattro nuovi beati nell’Angelus, in piazza San Pietro: “Il loro martirio è stato il coronamento di vita spesa per il Signore e i fratelli”, ha detto il pontefice, augurando che “Il loro esempio e la loro intercessione possano favorire percorsi di riconciliazione e pace per il bene del popolo congolese”.

La gioia della cerimonia di Uvira è stata condivisa anche dalla comunità del paese nativo di padre Luigi Carrara. Nei giorni scorsi Cornale era tappezzata di manifesti con il suo volto accompagnato dalla scritta “Prega per noi”; nella chiesa del paese già nei giorni è stato allestito per la novena di preghiera un altare con il ritratto del suo volto.