Intelligenza artificiale, Roberto Battiston: “Il volto dietro a ChatGpt è sempre il nostro”

Una questione che di recente tiene banco in maniera sempre più insistente nel campo della comunicazione e dell’arte è quella inerente all’intelligenza artificiale.  Per avere uno sguardo più approfondito al riguardo, e in particolare sul fenomeno di ChatGPT, il Festival delle Rinascite di Nembro ha ospitato Roberto Battiston, fisico sperimentale, ex-presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e professore di Fisica Sperimentale all’Università di Trento. Ad intervistarlo, Fabio Moretti, membro dello staff del Festival delle Rinascite.

Per chi non sapesse di che si tratta, ChatGPT è un modello di linguaggio basato su intelligenza artificiale e specializzato nell’intrattenere conversazioni con un umano. Fondamentalmente, a prescindere da ciò che gli si richiede via chat, ChatGPT risponderà con un testo mai scritto da nessuno e completamente originale generato sul momento. 

Dopo una breve introduzione sull’argomento, Battiston ha desiderato mettere immediatamente in chiaro una cosa: la capacità di interloquire di ChatGPT non è congenita, o innata, ma ha profondamente a vedere con quello che siamo.

La magia che si crea quando comunichiamo con ChatGPT, e ci pare che dall’altra parte dello schermo ci sia un altro individuo, è soltanto un trucco e un’illusione. Dietro un’interazione linguistica che sembra così reale, ci sono semplicemente tutti i dati caricati nel corso di trent’anni su internet dall’umanità. Il volto dietro a ChatGPT è il nostro, rielaborato e reso originale. Non si tratta dunque di una vera intelligenza autonoma, ma di una diversa elaborazione di altre intelligenze. 

Dopo una spiegazione molto chiara sul funzionamento del modello di linguaggio, che si basa su un algoritmo probabilistica, fondato sulla possibilità di accostamento tra varie lettere e parole fino a creare frasi sensate, si è trattato della questione del rapporto tra intelligenza artificiale e lavoro. 

Il professor Battiston ha affermato che la sparizione dei vecchi impieghi coinciderà con la creazione di nuovi. Non dobbiamo sottovalutare però l’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sul mondo della produzione artistica. ChatGPT agisce scomponendo e ricomponendo fino a poter creare un’immagine o un testo originale, ma lo fa senza sforzo, gratuitamente e soprattutto senza dare credito e merito agli autori dei vari pezzi che utilizza per generare. 

Per quanto riguarda la morale, ChatGPT è impostata in modo da non dare informazioni su argomenti sensibili, ma il modo in cui sono stati impostati i limiti morali della macchina sono sempre legati ad un lavoro umano. Gli algoritmi racchiudono anche il nostro bene e il nostro male. Di conseguenza, il nostro futuro in merito di intelligenza artificiale dipende esclusivamente da noi. 

L’intelligenza artificiale, nella sua ricerca dati, può anche ingannare: durante la serata è stato chiesto a ChatGPT di parlare di un quadro inesistente, la Crocifissione di Leonardo da Vinci. ChatGPT ha prodotto un testo – ben scritto e ben organizzato – su un’opera che non esiste.

L’unico modo di fronteggiare con sicurezza questo nuovo mondo a cui ci stiamo affacciando è quindi quello di prepararci per bene, con un insegnamento nelle scuole, con lo sviluppo di un pensiero critico che ci aiuti a distinguere pregi e difetti di questi nuovi mezzi. Oltre che con la consapevolezza che forse, per renderli migliori, dobbiamo migliorare un poco anche noi.