Si riparte, ragazzi! Buon anno scolastico

Si riparte, ragazzi! Tra una settimana la sveglia suonerà presto, zaino in spalla, ritrovo alla fermata dell’autobus e .. via a tutti i riti dell’ordinarietà scolastica che vi accompagneranno per nove mesi. Qualcuno inizierà un ciclo di studi nuovo e quasi tutto sarà una novità, qualcun altro ritroverà i vecchi compagni e quasi tutti i professori che già conosceva; ci sarà chi inizia con entusiasmo e chi con un po’di pesantezza. Il dato oggettivo, però, è che si inizia.

Cosa vi auguro? E cosa auguro a noi insegnanti? A voi ragazzi auguro innanzitutto di studiare. Augurio banale? Non credo. Sapete, a volte mi sembra che quando si parla di scuola, quando vi ascolto mentre ne parlate, emerga soltanto il lato negativo: dal docente poco empatico a quello non troppo competente nella didattica, da quel voto non accettato ai genitori che si sono riuniti per contestare qualcuno. E lo studio? E la bellezza di conoscere? Davvero sono soltanto un dettaglio della scuola? Ecco perché vi auguro di studiare! Ve lo auguro perché studiare non è soltanto ascoltare una lezione e riprenderla sui libri, per poi verificare le conoscenze con un test scritto, orale o pratico.

Studiare è far sì che quanto di bello e grande gli uomini hanno compreso mettendosi con curiosità e passione dinanzi alla vita dei popoli, alle meraviglie della natura e delle sue leggi, alle grandi riflessioni, frutti di menti libere, diventi parte di noi e ci permetta di sfruttare al massimo quelle competenze che ciascuno di noi ha. Si fa fatica a studiare, anche a quarant’anni, ve lo assicuro, ma se lo fate con passione scoprirete che questo conduce a un’apertura della mente tale che non potrete stare troppi giorni senza apprendere qualcosa, senza soddisfare quella curiosità che ci tiene vivi. Eh sì, siamo esposti al rischio del banale e dello scontato, fino al dramma di lasciare che qualcun altro pensi al posto nostro, fondamento della rovina di ogni società civile.

Da qui inizia il compito di noi insegnanti e da questo aspetto traggo l’augurio per noi. Spero saremo capaci di appassionare. Appassionare non significa annullare quell’asimmetria educativa costitutiva della differenza docente/discente, né di regalare voti perché ragazzi e genitori non diano fastidio, ma affrontare gli argomenti che proponiamo mostrando che ciò che diciamo ci appartiene ed è per noi bello e importante. Io ricordo bene molti miei docenti. Mi affascinava vedere come passeggiavano tra le diverse tematiche come ciascuno si muove agiatamente in casa sua. Era bellissimo vedere l’insegnante di filosofia con quel libro consumato dalle continue consultazioni introdurci agli autori passeggiando per la classe, come l’insegnante di matematica arrivare senza alcun libro e iniziare a disegnare parabole e iperboli sulla lavagna accompagnando il disegno con le formule e i teoremi.

Avremo il compito delicato di valutare, che è ben altra cosa dal quantificare: dovremo essere capaci di mettere ciascuno in condizione di dare il massimo, perché nessun talento rimanga nascosto. E dovremo farlo con umanità, da persone che sanno stare dinanzi agli altri con rispetto e col desiderio di fare un pezzo di strada insieme. Ci sarà da lavorare molto e da far fatica. Tuttavia, sono sempre più convinto che siamo fortunati e che la nostra rimane una delle professioni più belle! A tutti, buon anno scolastico!