Assemblea diocesana: la speranza mette radici nella fede

Un anno nel segno della speranza e della riconciliazione. Sono i temi che costituiranno il filo conduttore per la vita e le attività della diocesi di Bergamo seguendo le linee della Lettera pastorale del vescovo Francesco Beschi “Servire la vita, servire la speranza”.

L’occasione per dare il via al nuovo anno pastorale è offerta dall’Assemblea diocesana in programma sabato 14 settembre a partire dalle 9,15 al Seminario vescovile Giovanni XXIII. “Una bella esperienza di Chiesa – sottolinea don Michelangelo Finazzi, vicario episcopale per i laici e la pastorale – che ci ricarica e ci fa sentire la gioia di camminare tutti insieme”. 

Sono stati invitati a partecipare preti, diaconi permanenti, consacrate e consacrati, membri dei Consigli Pastorali Territoriali e delle Terre Esistenziali, un rappresentante laico per parrocchia, i “facilitatori del Cammino Sinodale”, i rappresentanti delle Associazioni ecclesiali, dei Movimenti e delle Opere e Fondazioni diocesane.

“È bello dopo la pausa pandemica riscoprire la gioia di ritrovarci – continua don Michelangelo -, fare festa intorno al Signore, sentirci comunità riunita a livello diocesano. Il tempo della pandemia ci aveva privato di questi momenti, e ci poteva essere il rischio di non apprezzarne più la bellezza e la portata, invece già dall’anno scorso abbiamo notato come l’assemblea possa diventare un’occasione fortemente motivante. Stiamo compiendo un cammino sinodale con tutta la Chiesa italiana ma siamo chiamati a procedere insieme anche con altre comunità parrocchiali, preti laici e consacrati, ambiti diversi della vita sociale. Anche questa è una bella esperienza di sinodalità con il gusto di stare insieme”. 

Nella mattinata, dopo l’accoglienza e preghiera alle 9,30 ci sarà la presentazione da parte del vescovo Francesco Beschi della lettera pastorale, e alle 10,15 seguiranno due affondi sul tema del sacramenti della riconciliazione: intervengono Paola Bignardi, pedagogista e pubblicista, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’istituto Giuseppe Toniolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e don Lorenzo Testa, docente di teologia morale. Alle 12 preghiera in chiesa ipogea, a seguire pranzo e nel pomeriggio dalle 14 laboratori divisi per Terre Esistenziali: Famiglia ed educazione, Vita sociale e mondialità, Prossimità e cura, Cultura e comunicazione.

“La speranza – chiarisce don Michelangelo – è il tema del Giubileo che il nostro vescovo raccoglie e propone alla diocesi con una riflessione che ci unisce idealmente a tutta la Chiesa universale. Sottolinea il bisogno che abbiamo di speranza a tutti i livelli. Nella società civile come all’interno della Chiesa abbondano le letture depressive: in questo contesto è importante capire che la speranza non è un’utopia senza fondamento, perché affonda radici nella nostra fede, come virtù teologale e dono di Dio. Non è quindi questione di ottimismo, ma di fede: da cristiani siamo convinti che “la speranza non delude”, cerchiamo di viverla e diffonderla intorno a noi. Il vescovo chiede di declinarla nella riconciliazione, a tutti i livelli: prima di tutto con Dio, ma anche tra le persone, con la natura, con l’ambiente, con la propria vita personale e la propria storia”.

Nella lettera del vescovo il tema della riconciliazione viene declinato in ogni ambito della vita delle comunità cristiane e delle persone: nella famiglia, nell’educazione, nel lavoro, nella vita sociale, nella sofferenza, nella cura, nella comunicazione, nella cultura: “È un tema trasversale – continua don Michelangelo – che riguarda tutti, e la lettera permette di coniugare i compiti fondamentali della Chiesa – dall’annuncio alla celebrazione dei sacramenti, fino alla vita comunitaria – con questo stile di riconciliazione che è dentro i vissuti delle persone, le storie della nostra gente, accompagnato da un cammino di conversione che si attua dentro i gesti quotidiani”.

L’apertura dell’anno pastorale rappresenta una nuova partenza anche per gli organismi delle Comunità ecclesiali territoriali (Cet): “La nuova riforma della Cet – sottolinea don Michelangelo – cerca di unire maggiormente la vita delle parrocchie con il lavoro dei laici dei Consigli pastorali territoriali e cerca anche di legare i compiti essenziali della Chiesa – annuncio, celebrazioni liturgiche e vita comunitaria – con i vissuti delle persone. La lettera diventa un esempio di come si possono coniugare queste diverse cose”.

Partire tutti insieme è un segno di unità di tutte le componenti della Chiesa di Bergamo: “In passato – osserva don Michelangelo – si tenevano tre assemblee, una per i laici delle Cet, una per il clero e una per i consacrati, dall’anno scorso si preferisce fare un’unica assemblea di tutti i battezzati, qualunque sia la loro vocazione e il loro ruolo, per sottolineare l’unità della comunità cristiana intorno al proprio vescovo, al tema dell’anno e alla lettera pastorale”. Informazioni su www.diocesibg.it.