Storia di Giuseppe: “Al Centro Zabulon mi hanno aiutato a costruire una nuova vita”

biodistretto bonomelli

“Ho capito che potevo fidarmi”. È tutta qui la chiave del rapporto tra volontari e persone senza dimora: vicinanza, cura, attenzione, fiducia reciproca. Sembra semplice, ma è una strada con molte curve e molte salite.

Giuseppe ha accettato di dire qualche parola durante l’inaugurazione delle nuove docce del centro Zabulon di Caritas diocesana Bergamasca. Lo ha fatto con soddisfazione e un pizzico d’orgoglio: “Sono stato anch’io utente delle docce qualche anno fa”.

“Sono arrivato dalla Sicilia – spiega Giuseppe -. Volevo trovare un lavoro e una vita migliore, così sono andato via”. Non si è preoccupato di cosa avrebbe fatto, della casa in cui avrebbe vissuto. È partito “all’avventura”, con molto coraggio, mettendo gli abiti in valigia, pronto a ricominciare da capo.

“Pensavo che sarebbe stato facile, che avrei trovato un buon lavoro e la possibilità di vivere bene, ma non è stato così”. Giuseppe a un certo punto si è sentito solo e smarrito di fronte alla mancanza di lavoro e di denaro, che gli toglievano la possibilità di mantenere se stesso e la casa. Da un giorno all’altro si è ritrovato per strada.

“Non è un posto facile dove stare – sottolinea – A volte le condizioni sono molto dure, e io non ero abituato. Ho vissuto per un certo periodo intorno all’aeroporto di Orio al Serio, poi invece ho incontrato il Centro Zabulon e gli operatori di Caritas. Mi hanno ascoltato con pazienza, si sono conquistati la mia fiducia. Mi hanno dimostrato con il comportamento che erano persone solide e di buon cuore, per cambiare ho seguito il loro esempio. Hanno saputo mostrarmi qual era il percorso giusto da seguire”.

Giuseppe al Centro Zabulon ha ritrovato se stesso: “Una doccia e un posto dove prendersi cura di sé non sono solo un sollievo concreto alla situazione di chi vive in strada, ma aiutano a recuperare una consapevolezza e uno sguardo diverso sul mondo e sulla vita”. Proprio per questo col tempo Giuseppe ha deciso di continuare a frequentare il Centro come volontario, aiutando altre persone che attraversano momenti di difficoltà come in passato è capitato a lui.

Ha poi iniziato a frequentare l’opera Bonomelli dove ha ottenuto la possibilità di lavorare e di recuperare quindi una piena indipendenza. Ora ha una casa e un lavoro, con un contratto a tempo indeterminato: “Ne sono davvero felice, lavoro nell’orto dell’Opera Bonomelli, sento di aver compiuto un passo importante nella direzione giusta”.