Viaggio di Papa Francesco in Lussemburgo e Belgio: “Un segno in una società apertamente secolarizzata”

Papa Francesco si recherà dal 26 al 29 settembre in Lussemburgo e Belgio, dove visiterà Bruxelles, Leuven (Lovanio), sede della celebre Università di Lovanio, che si appresta a festeggiare i 600 anni dalla fondazione, e a Louvain-la-Neuve, costruita negli anni ’70 e centro studentesco.
Numerosi saranno gli incontri e gli appuntamenti (sei discorsi, un’omelia e un Angelus), che scandiranno i quattro giorni della trasferta internazionale che il Pontefice si appresta a compiere nel centro dell’Europa.
Ne parliamo con Andrea Gagliarducci, vaticanista di ACI Stampa, che ha collaborato per i quotidiani “La Sicilia”, “Il Tempo” e “Il Fatto Quotidiano” ed è stato tra gli autori del portale online di informazione religiosa korazym.org e gestisce il blog in lingua inglese www.mondayvatican.com e quello in lingua italiana VaticanReporting.

  • Quali saranno i momenti più significativi del viaggio apostolico di Papa Francesco?
    «Il viaggio in Belgio e Lussemburgo nasce soprattutto per celebrare il seicentesimo anniversario della Università Cattolica di Lovanio, che fu stabilita da Papa Martino V nel 1425. Dopo varie vicissitudini, l’Università si è divisa in due diverse università, una di lingua fiamminga e una di lingua francese, che si è stabilita a Louvain-la-Neuve, una nuova cittadina, nel 1968. Gli incontri in queste due sedi sono certamente il centro del viaggio. Papa Francesco incontrerà il corpo docente nell’università di lingua fiamminga, e il tema centrale dell’incontro riguarderà le migrazioni, e gli studenti in quella di lingua francese, dove ci sarà una sessione di domande e risposte con gli studenti su: il ruolo della donna e dell’uomo, le radici teologiche e filosofiche alla base delle crisi sociali e ambientali, le ineguaglianze, la sobrietà e la solidarietà.
    Altro momento importante sarà la Messa finale allo stadio Re Baldovino di Bruxelles, che dovrebbe in qualche modo ricapitolare il viaggio, se si considera che dovrebbero essere presenti anche i reali di Lussemburgo, molto legati alla famiglia reale del Belgio.
    Ma ci sarà anche, in un momento che non sarà comunicato in anticipo per mantenere riservatezza, un incontro con 15 vittime di abusi in Belgio. È un tema cruciale per la Chiesa del Belgio, tornato in superficie con un recente documentario, sul quale la Chiesa ha lavorato tantissimo».
  • A settembre Papa Francesco prima ha volato nelle periferie del mondo, ora si appresta a visitare anche il cuore del Vecchio Continente. Un’altra missione importante?
    «In fondo, anche Belgio e Lussemburgo sono periferie. Lussemburgo perché Paese piccolo, quasi una città Stato nel cuore dell’Europa, che non ha nemmeno una propria conferenza episcopale, perché c’è un solo arcivescovo. Il Belgio, perché, dopo i momenti di opulenza e di grande potere della Chiesa, ora ci si trova di fronte a una società apertamente secolarizzata, laddove la Chiesa cattolica ha perso forza, e la società ha anche una delle leggi sull’eutanasia più liberali del mondo».
  • Quali sono i temi che compaiono nei motti e nei loghi del quarantaseiesimo viaggio apostolico di Papa Francesco?
    «Lussemburgo ha come tema “Per servire”. È riferito a Cristo, che è venuto non per essere servito ma per servire, e sarà la linea guida dell’incontro del Papa con i sacerdoti e i religiosi, e che concluderà la visita brevissima, di nemmeno 24 ore.
    Il Belgio ha come tema “In viaggio verso la Speranza”. Rimanda al tema del Giubileo del 2025, ma credo racconti anche di una speranza della Chiesa del Belgio di riprendere quella strada di speranza avviata dalla Chiesa cattolica».
  • Che religione si pratica in Lussemburgo?
    «Il Lussemburgo è una Paese prettamente cristiano. Il 70 per cento della popolazione si dice cristiano, e sono in maggioranza cattolici. D’altronde, anche la Famiglia Reale del Lussemburgo, pur essendo originariamente protestante, è ora cattolica».
  • È vero che il piccolo Stato del Lussemburgo è membro fondatore dell’Unione Europea?
    «Sì, il Lussemburgo è stato nel 1951 membro fondatore della Comunità del Carbone e dell’Acciaio (CECA) e ne è diventata una sede insieme a Strasburgo e Bruxelles, e poi fondatore della Comunità Economica Europea nel 1957. Tuttora Lussemburgo è sede di alcune istituzioni europee»
  • Il cattolicesimo è la religione principale del Belgio, tuttavia è in atto un forte processo di secolarizzazione. Che cosa ne pensa?
    «Il problema della secolarizzazione in Belgio è ormai cosa nota, un processo quasi irreversibile. Anche perché ci sono pressioni fortissime, ed evidenti, per andare oltre la radice cattolica del Belgio. Ci sono, ovviamente, differenze tra la capitale Bruxelles, che risente anche della presenza delle istituzioni europee, e altre città in Belgio. Ma il processo di secolarizzazione è stato molto forte.
    Un esempio. Nel 2016 si cominciò a erodere la presenza dell’insegnamento della religione a scuola. Doveva essere qualcosa di solo facoltativo. Era evidente che non sarebbe stato così. In quattro anni in Belgio, i corsi laici, cosiddetti cours de rien (corsi sul niente) sono arrivati a raddoppiare la loro presenza nei curricula scolastici (da una a due ore), mentre i corsi di religione sono stati definiti facoltativi e, di fatto, marginalizzati all’interno dell’istituzione scolastica. E questo senza nemmeno prendere in considerazione l’opinione dei vescovi, marginalizzati anche dall’opinione pubblica. Si è trattato, in fondo, di una rivoluzione, avvenuta nel silenzio».